Breve guida pratica al Superbonus 110% “GRATIS” o “A COSTO ZERO” ?

  • 4 anni ago
Superbonus 110%

Breve guida pratica al Superbonus 110%
“GRATIS” o “A COSTO ZERO” ?

Un’intervista al tecnico ci svela quello che dobbiamo sapere sulla detrazione

Oggi parliamo della detrazione al 110% . Se ne parla tantissimo, questo 110 è ormai sulla bocca di tutti. Per l’occasione abbiamo intervistato Paolo, il nostro tecnico commerciale di settore, che ci spiegherà come funziona il Superbonus.

Ciao Paolo, oggi parliamo del Superbonus 110% , tutti ne parlano ma molti non hanno le idee chiare. Iniziamo a chiederti quali sensazioni stai avendo dalle persone interessate? Cosa è stato capito e cosa non è particolarmente chiaro? Quali sono le domande tipiche che ti fanno?

Beh, la prima volta, quando ci chiamano spesso ci dicono: “Ho sentito parlare del 110, io devo fare degli interventi a casa, mi dite cosa si può fare?”.

Tutti hanno capito che ci sono degli interventi che si possono fare con un concetto ricorrente: “gratis” o “a costo zero”.

Quasi sempre tutti partono dall’idea che gli interventi da fare sono solo in ambito edilizio, quindi cappotto, serramenti, rifacimento del tetto, mentre l’interpretazione generale è che gli impianti (nello specifico la sostituzione della caldaia) sono un accessorio, un di cui della parte edile.

E invece non è così…

Esatto. Quindi la prima cosa da fare è dare una informativa generale di quello che è il Superbonus, la filosofia che c’è dietro alla normativa e alla modalità di pagamento, che è il colpo di genio finale della norma: il Cliente ha questa facoltà di pagare i lavori con una modalità di pagamento speciale che di fatto non gli fa tirare fuori neanche un euro, ma che non è “gratis” come il termine farebbe intendere, e grazie a questa modalità, noi appaltatori a nostra volta potremo utilizzare la stessa modalità di pagamento nei confronti della nostra banca.

Ritornando agli interventi che rientrano nel 110, cosa possiamo fare?

È importante evidenziare che esistono due “rami” del 110: uno termico e uno edilizio/di isolamento.

Quello che noi portiamo in prima istanza è il ramo termico, perché siamo progettisti, disegnatori, fornitori di strutture meccanico-idrauliche e fotovoltaiche.

Parliamo quindi di questo ramo termico del 110.

Gli impianti incentivati che vanno in detrazione 110 si riassumono in un intervento principale: la sostituzione della caldaia. Ma la caldaia, di per sé, è il minore dei problemi.

Quando ci approcciamo ad una legge con detrazioni e incentivi, spesso ci sono punti poco chiari, la luce la troviamo se capiamo qual è l’intento del legislatore.

In questo caso, il legislatore vuole che ci sia qualcosa di “elettrico” ove possibile, perché è lì il meccanismo green.

Mi viene subito in mente la pompa di calore.

Esatto, è così. A volte bisogna anche spiegare che la pompa di calore che mettiamo non è quella a espansione diretta, quella per intenderci che ci fa il fresco con gli split in estate, ma che si tratta di un macchinario con lo stesso nome, ma profondamente diverso, che partendo da una fonte elettrica produce acqua calda per il riscaldamento con ottimi rendimenti ed estrema efficienza, ma solo a certe condizioni (Qui trovate un link dove si spiega nel dettaglio come funziona la pompa di calore).

È importante evidenziare che l’intervento è sulla produzione di calore, non sulla distribuzione, quindi noi interveniamo sulla sostituzione della vecchia caldaia, NON andiamo a rompere pavimenti o muri per cambiare i tubi che portano l’acqua calda nei caloriferi o nell’impianto a pavimento.

Ok quindi se si hanno i caloriferi si possono fare gli interventi senza sostituirli?

Certamente. Però abbiamo detto che la pompa di calore, punto imprescindibile per il legislatore, lavora bene a certe condizioni, ovvero quando all’esterno non c’è molto freddo, perché lavora con acqua a bassa temperatura.

Però così non è chiaro come possa funzionare bene con i caloriferi, allora la pompa di calore può essere messa solo con il riscaldamento a pavimento…

No, in realtà la pompa di calore può lavorare bene con i caloriferi fino a quando la temperatura esterna è abbastanza fresca, tipicamente in autunno e in primavera. Useremo quindi la fonte elettrica per un sistema assolutamente efficiente.

Per chi ha i caloriferi in casa, proponiamo quindi un sistema ibrido nel quale oltre alla pompa di calore installeremo anche una moderna caldaia a condensazione A+, che quindi usa come fonte il metano. Anche se abbiamo ancora il metano, questo sistema ibrido prende il 110.

Il sistema ibrido è un duplice sistema in termini di fonte di approvvigionamento elettrico e gas, che da prevalenza all’elettrico, per filosofia impiantistica. Quando la pompa di calore non sarà più in grado di produrre acqua calda con rendimenti ed efficienza adeguate (tipicamente in inverno nel caso in cui si hanno i caloriferi), a quel punto il sistema chiede aiuto al gas, perché il gas ha di per sé l’istantaneità e l’alta temperatura. La caldaia a condensazione è quasi come un “backup” della pompa di calore. Quindi il gas c’è in alcuni casi, ma in misura strettamente ridotta tant’è che la legge consente a questo sistema ibrido di ottenere la detrazione del Superbonus.

Hai parlato di filosofia del legislatore e che lo stesso “vuole” una fonte elettrica. Ma c’è di più, c’è quel famoso salto di due classi. Lo puoi spiegare meglio?

Sì, anche il salto di due classi è un aspetto fondamentale per ottenere la detrazione.

Isoterma con un professionista esterno (deve essere esterno per legge) fa una analisi preventiva dell’immobile, fa una sorta di radiografia (APE ante) che dice quanto la casa consuma attualmente e simula quanto consumerà dopo gli interventi.

Qualcuno ancora non ha idea di cosa sia una classe energetica, così spiego in breve che la classe energetica misura l’efficienza di una casa, ovvero ti da il valore di quanto la casa consuma in termini energetici (energia elettrica, energia termica come gas e acqua) per raggiungere un confort abitativo (Qui si trova un approfondimento sulle classi energetiche).

Ovviamente l’intento del legislatore è quello di efficientare il patrimonio edilizio italiano; quindi contemporaneamente a quello di privilegiare una fonte elettrica, il legislatore vuole fare in modo che siano abbattuti il più possibile i consumi energetici degli edifici. Per fare questo, chiede di fatto che gli interventi che godranno del Superbonus spostino di due classi energetiche l’edificio, ovvero rendano più efficiente l’edificio e dunque che lo stesso consumi meno, quanto? Almeno due l’equivalente di due classi energetiche.

Ma il solo sistema ibrido appena descritto fa fare il salto di due classi?

No, nelle nostre condizioni climatiche no. Motivo per cui la legge prevede la possibilità di abbinare un altro intervento, che viene “trainato” dal sistema ibrido, il quale è di per sé un intervento trainante.

Il fotovoltaico con il relativo accumulo è quindi un intervento “trainato”, un vero e proprio aiuto alla pompa di calore o al sistema ibrido.

Perché si prevede l’installazione di un accumulo fotovoltaico?

Perché la legge prevede che gli impianti fotovoltaici installati per il Superbonus siano in cessione totale.

La cessione totale significa che non si potrà avere lo scambio sul posto come in precedenza. Questo significa che tutta l’energia della tua produzione che immetti nella rete è letteralmente regalata, è proprietà dello Stato.

Allora cosa ti dice il normatore? L’energia che produci con il fotovoltaico usala, accumulala, la differenza che andrà in rete me la regali.

Quindi per forza di cose serve un accumulo, è a tutto vantaggio dell’utente finale.

Molti però ti contattano partendo dall’idea di sostituire i serramenti, magari non pensano neanche alla sostituzione degli impianti…

Alla luce della condizione sine qua non del salto di due classi energetiche, e per la grande richiesta sui serramenti, abbiamo inserito anche questo intervento nel nostro pacchetto.

Cerco sempre di trasmettere che quello che proponiamo è un vero e proprio KIT, un pacchetto di interventi e che c’è un motivo tecnico – energetico per il quale lo proponiamo così.

I serramenti che proponiamo sono essenzialmente in PVC, triplo vetro e doppia camera. Il Committente ha facoltà di scelta sulla tipologia cromatica e sull’accessorio della maniglia, tuttavia non c’è alternativa sul materiale perché abbiamo individuato quel tipo di serramento che tecnologicamente si abbina nel nostro KIT al fine di ottenere il salto delle due classi e quindi avere la detrazione al 110.

Quali sono i tempi richiesti per effettuare gli interventi?

Dal punto di vista impiantistico, a fronte della disponibilità del prodotto, in 12/15 giorni di lavoro i nostri impianti sono installati, sia dal punto di vista idraulico che fotovoltaico. Nello specifico, sono necessari circa 10-12 giorni per gli impianti idraulici e 3 giorni di fotovoltaico.

Ma i lavori di cui agli interventi descritti provocano qualche disagio in casa?

Assolutamente sì, sarebbe non corretto dire il contrario, inutile negarlo. Ci sarà un momento (circa 24 ore) in cui non si avrà il gas in casa. Nel riscaldamento è un disagio che cerchiamo di minimizzare ma per forza di cose bisogna affrontare. Dal punto di vista fotovoltaico non c’è nessun disagio perché la corrente si stacca solo per 15 minuti. Infine, per i serramenti il servizio è invece molto più analitico, ci sarà un tecnico che farà un rilievo vestito su misura, perché dovrà produrre il serramento.

Va da sé che gli interventi non saranno sincroni, l’importante è che vengano realizzati all’interno di un arco temporale individuato e contrattualizzato.

Ci sono adempimenti cui il Committente deve ottemperare?

Sì, ma sarà sempre guidato e supportato da Isoterma. C’è infatti tutta una serie di documentazione da compilare e firmare che non è richiesta da noi, bensì dal Decreto.

Del resto, la legge richiede una procedura particolare dettagliatissima, che prevede il nostro intervento, una certificazione fatta da un asseveratore esterno (parallelo dunque a Isoterma) – questo a tutta tutela del Committente che giustamente paga i lavori tramite il mezzo di pagamento dello sconto in fattura e che ha una sicurezza in più con la certificazione data da un professionista esterno.

Nella pratica il Committente dovrà firmare il contratto e prima di questo una informativa precontrattuale come legge a tutela del Consumatore. Il contratto prevede degli allegati che sono praticamente solo dichiarazioni sostitutive di atto notorio che dovranno essere compilate e sottoscritte dal Committente. Queste dichiarazioni indicano ad esempio che il Committente è proprietario o locatario o comunque soggetto che ha la disponibilità del bene sul quale si faranno gli interventi; che il committente non ha fatto altri interventi che vanno in Detrazione al 110 nei due anni precedenti etc.

Il patrimonio edilizio italiano è comunque caratterizzato in molti casi da piccoli “abusi” edilizi di cui magari lo stesso Committente non è a conoscenza. Come ci si deve comportare in questo caso?

L’abuso va sanato, altrimenti non possiamo procedere con gli interventi. La situazione iniziale anche dal punto di vista catastale verrà preventivamente verificata dal professionista esterno, che oltre che a consegnare un Attestato di Prestazione Energetica ante opera, uno post opera, depositare relazione di congruità del prezzo, verificherà anche la congruità tra lo stato di fatto dell’immobile e le schede catastali che sono uno dei documenti di cui si avrà bisogno per certificare il lavoro svolto. Gli abusi nella maggior parte dei casi sono tutti sanabili con una pratica comunale e in questi casi la sanatoria dell’abuso deve essere eseguita, pena l’impossibilità di eseguire i lavori perché non si godrebbe della detrazione. Però questo servizio sarà l’unica cosa a pagamento a carico del Committente, al di fuori del mezzo di pagamento particolare del 110, perché Isoterma deve poter eseguire i lavori del Superbonus a fronte di una situazione senza abusi edilizi, questo per normativa, è la legge che ce lo impone.

Questa condizione è importante tanto quanto la condizione del doppio salto di classe, senza questa condizione non è possibile ottenere la detrazione del 110. Ribadisco però che il più delle volte gli abusi più diffusi e meno gravi sono sanabili con una pratica comunale, che si potrà eseguire a fronte del pagamento del servizio del professionista che farà la pratica comunale e del pagamento di eventuali oneri che il Committente dovrà pagare al Comune. Dopodiché si potrà procedere con le attività.

Ma quindi, e qui viene la domanda regina, come capisco che non pago niente per gli interventi?

La procedura si chiude con una fattura, intestata al Committente perché è il Committente che per il normatore è il soggetto che ha in carico il costo effettivo. Su questa fattura vedremo una modalità di pagamento che non è bonifico bancario ma una dicitura che cita lo sconto in fattura e che porterà il netto da pagare a zero.

La fattura regolare verrà accompagnata da un format dell’Agenzia delle Entrate che il Committente (o il suo commercialista) dovrà depositare all’Agenzia delle Entrate e nel quale si comunica all’Agenzia che la fattura viene pagata mediante lo sconto in fattura, pari al valore delle opere. Tutti i referenti quindi sapranno che quella fattura è stata pagata, nel modo particolare e straordinario che è lo sconto in fattura.

Grazie Paolo per il tempo che ci hai dedicato.

Grazie a voi, buona detrazione a tutti.

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